DOMENICA 1 DICEMBRE 2024
I DOMENICA di AVVENTO (Ger 33,14-16; Dal Sal 24 (25); 1Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28.34-36)
Giornata del PANE
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
((Intenzioni: def.ti Vanda e genitori; Zeni Itala))
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Barbara de Donatis; Cappa Leandrina; Vassalini Angelo; Bacchetti Lodovico e Rosi)
------
09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA
LUNEDI' 2 DICEMBRE 2024
09.00 VESTONE S.MESSA
10.00 NOZZA Ricovero S.MESSA
------
08.30 MALPAGA S.MESSA
MARTEDI' 3 DICEMBRE 2024
San Francesco Saverio (m)
09.00 NOZZA Cappellina S.MESSA
------
20.00 BRIALE - S.Carlo S.MESSA
MERCOLEDI' 4 DICEMBRE 2024
09.00 VESTONE S.MESSA
------
18.00 POSICO - S. Domenico S.MESSA
GIOVEDI' 5 DICEMBRE 2024
17.00 LAVENONE S.MESSA
------
17.00 ALONE S.MESSA
18.00 MURA - Veriano S.MESSA
VENERDI' 6 DICEMBRE 2024
San Nicola (m)
Primo venerdì del mese
18.00 VESTONE S.MESSA
Segue adorazione eucaristica
------
18.00 CASTO Addolorata S.MESSA
SABATO 7 DICEMBRE 2024
S. Ambrogio, Patrono della Lombardia (f)
17.00 LAVENONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Garzoni Paolo - Faustino, Irma e fam.)
18.00 NOZZA S.MESSA
(Intenzioni: def.ta Benetelli Fausta)
19.00 PROMO S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Gian Giacomo e Orsola)
------
18.00 CASTO S.MESSA
19.15 AURO S.MESSA
DOMENICA 8 DICEMBRE 2024
IMMACOLATA CONCEZIONE (Gn 3,9-15.20; Dal Sal 97 (98); Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38)
II DOMENICA di AVVENTO
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
con la presenza degli Alpini
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.to Mario)
------
09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA
ALTRI APPUNTAMENTI
Per tutto il tempo di Avvento: dal lunedì al venerdì alle ore 06.30 ci sarà la preghiera delle LODI presso la Cappellina di NOZZA.
GIOVEDI’ 5 DICEMBRE: ore 20.30 “In ascolto della Parola di Dio” presso la Chiesa di VESTONE.
VENERDI’ 6 DICEMBRE: ore 20.30 Incontro con i sacristi e collaboratori liturgici per i calendari TEMPO DI NATALE presso la Canonica di CASTO.
SABATO 7 DICEMBRE: dalle 10.30 alle 11.30: CONFESSIONI presso le chiese di VESTONE e AURO.
L’oratorio di Vestone organizza la possibilità di mangiare TRIPPA in loco e da asporto.
Per prenotazioni rivolgersi a Luigina (cell. 3480904605)
DOMENICA 15 DICEMBRE: Ritiro d’Avvento per Catechisti e Mambri dei Consigli e per chi vuole sostare un momento con il Signore. Per info e iscrizioni rivolgersi a don Tiziano (cell.3495879883)
DOMENICA 8 DICEMBRE: ore 20.30 presso la Chiesa di Lavenone: “Concerto GOSPEL”.
Per questa serata ci sarà un’apertura straordinaria della BANCARELLA DI NATALE.
BANCARELLA DI NATALE 2024
Vendita di beneficenza – 30 Novembre; 7 – 14 – 21 Dicembre
Dalle ore 09.00 alle ore 12.00
Presso l’ex centro anziani di Lavenone (Piazza del Comune)
Anche quest’anno il ricavato sarà devoluto in parte alle Associazioni di Volontariato e in parte alla Parrocchia.
Venite a trovarci.
Dalla Lettera Pastorale del Vescovo sul Battesimo.
Il terzo paragrafo in risposta alla TERZA DOMANDA:
IN CHE SENSO IL BATTESIMO CI RENDE FIGLI DI DIO?
Una felicità che non delude
C’è un’ultima parola che deve essere pronunciata quando si pensa al Battesimo come al misterioso evento che ci rende figli di Dio: si dovrà dire che il Battesimo cristiano si presenta a noi come la migliore garanzia per una vita nella quale non mancherà il respiro della gioia, della felicità che non delude. Divenire figli di Dio e riconoscersi tali per grazia, sentirsi accolti nell’amore che tutto ha creato è la ragione della gioia cristiana. Ha trovato compimento l’insopprimibile desiderio del cuore che il salmista esprime così: «Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 16,11).
Quando i profeti annunciano i tempi in cui si compirà il disegno di Dio, li presentano pervasi da una gioia incontenibile: «Esulta grandemente, figlia di Sion – dice Zaccaria -, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso» (Zc 9,9). E Isaia: «Ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con esultanza; felicità perenne sarà sul loro capo, giubilo e felicità li seguiranno, svaniranno afflizioni e sospiri» Gs 51,11)
Proprio da questa tristezza c’è bisogno di essere liberati. Anche il momento che stiamo vivendo sente viva questa esigenza. Conosciamo bene i mali contro cui oggi dobbiamo combattere: una nebbia depressiva tende a diffondersi in tutti gli ambiti della nostra società, togliendo freschezza e slancio alla vita; si sta impadronendo della scena una superficialità mortificante, frutto di una visione consumistica della realtà, di una scienza senza stupore, di una finanza divenuta padrona, di una tecnologia affascinante ma fredda, di una efficienza priva di passione. Da qui la tristezza. Sentiamo il bisogno di riconquistare il sapore della vita, la piena misura dell’umanità, la sua nobiltà, la sua bellezza. Vorremmo tornare a stupirci più spesso di fronte all’ineffabile e al sublime, imparare di nuovo a guardare la realtà con rispetto e meraviglia, in una parola vorremmo riscoprire la gioia di vivere.
Proprio la gioia contraddistingue l’evento cristiano, cioè l’apparire del Cristo nel cuore della storia. Ai pastori che vegliano durante la notte nel territorio di Betlemme vengono rivolte dall’angelo queste parole: «Ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11). Sarà Gesù stesso a confermare questo annuncio, quando ai suoi discepoli dirà: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Egli poi aggiunge: «Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia» (Gv 16,20). È questa la gioia che – dice il profeta Isaia – si attinge «alle sorgenti della salvezza» (Is 12,3), perché, nella luce del Nuovo Testamento, scaturisce dalla comunione con il Cristo risorto: lui ne è la sorgente. È la gioia che prende il posto della paura, una gioia carica di vita, generativa e contagiosa. È la gioia che prova l’apostolo Paolo quando vede i frutti della sua predicazione, quando assiste alla conversione dei cuori, al riscatto di vite perdute (cfr. lTs 1,2-5; Col 2,6). È la gioia che ha provato lo stesso Gesù quando in uno slancio di esultanza, rivolgendosi al Padre dice: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). È la gioia di chi non teme più di interrogare il suo cuore, perché sente interiormente che la vita ha trovato la sua verità, il suo pieno significato, la sua alta misura. È inoltre la gioia di chi ha conosciuto la misericordia di Dio, di chi non si vergogna della propria debolezza e neppure della propria colpa, che tutto pone con fiducia sotto lo sguardo di un Padre che è misericordioso (cfr. Lc 15,11-32). Infine, è la gioia di chi ha scoperto il fondamento saldo della sua speranza e guarda al futuro, oltre la stessa morte, senza angoscia. «Se siamo figli – dichiara san Paolo -, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo» (Rm 8,17). Oltre la soglia della morte, alla fine di questa vita, che in verità è un pellegrinaggio, ci attende l’eredità della vita eterna, dove la gioia sarà piena, dove ogni lacrima sarà asciugata (cfr. Ap 21,4) e ogni tristezza scomparirà, perché Dio sarà tutto in tutti (cfr. iCor 15,28). Questa è la gioia nella quale introduce il Battesimo cristiano. Essa sarà sperimentata lungo la vita nella misura della propria fede, ma nel momento del Battesimo è posta nel cuore come una sorgente e offerta come pegno di una felicità che non deluderà.