SABATO 14 DICEMBRE 2024
S. Giovanni della Croce, dottore della Chiesa (m)
11.00 NOZZA - Ricovero S.MESSA per il Natale degli anziani
17.00 LAVENONE S.MESSA
18.00 NOZZA S.MESSA
(Intenzioni: Vampini Silvano)
19.00 PROMO S.MESSA
(Intenzioni: Paolo, Alice, Eugenio e Marì)
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18.00 CASTO S.MESSA
19.15 AURO S.MESSA
DOMENICA 15 DICEMBRE 2024
III DOMENICA di AVVENTO "GAUDETE" (Sof 3,14-17; Da Is 12,2-6; Fil 4,4-7; Lc 3.10-18)
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA con benedizione delle tessere dell'Azione Cattolica
(Intenzioni: don Giovanni Battista Zuaboni)
15.00 LAVENONE Ora di guardia (S.Rosario)
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: Bruno)
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09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA
LUNEDI' 16 DICEMBRE 2024
10.30 PROMO Funerale di Dusina Eugenio
10.00 NOZZA Ricovero S.MESSA
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08.30 MALPAGA S.MESSA
MARTEDI' 17 DICEMBRE 2024
09.00 NOZZA Cappellina S.MESSA
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20.00 BRIALE - S.Carlo S.MESSA
MERCOLEDI' 18 DICEMBRE 2024
09.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: Giacomelli Dante)
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18.00 POSICO - S. Domenico S.MESSA
GIOVEDI' 19 DICEMBRE 2024
17.00 LAVENONE S.MESSA
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17.00 ALONE S.MESSA
18.00 AURO S.MESSA
VENERDI' 20 DICEMBRE 2024
11.00 VESTONE S.MESSA per ospiti del centro "La stella del mattino"
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18.00 CASTO Addolorata S.MESSA
SABATO 21 DICEMBRE 2024
17.00 LAVENONE S.MESSA
(Intenzioni: Buccelleni Maria, Brunori Battista; Brunori Stefano e Bordiga Margherita)
18.00 NOZZA S.MESSA
(Intenzioni: Bianca Seggioli)
19.00 VESTONE in Parrocchia S.MESSA con la presenza del gruppo del calcio "Asco Vestone"
(Intenzioni: Michele Ganino; Mario e Domenica; Francesco e Bona)
21.00 ORATORIO S.MESSA (Neocatecumenali)
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18.00 CASTO S.MESSA
19.15 AURO S.MESSA
DOMENICA 22 DICEMBRE 2024
IV DOMENICA di AVVENTO (Mic 5,1-4a; Dal Sal 79 (80); Eb 10,5-10; Lc 1,39-45)
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: Albertini Alberto e Zambelli Giovanna)
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: Osvaldo Cremona; Peroni Luigi)
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09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA
ALTRI APPUNTAMENTI
Campo Invernale dalla 4° el. alla 3° Media – VEZZA D’OGLIO
Dal 02 al 05 Gennaio 2025
ISCRIZIONI ENTRO OGGI: DOMENICA 15 DICEMBRE consegnando il “Modulo di iscrizione” unitamente alla caparre di Euro 100 a Giovanna Braguti 347 877 4564
Per tutto il tempo di Avvento: dal lunedì al venerdì alle ore 06.30 ci sarà la preghiera delle LODI presso la Cappellina di NOZZA.
MERCOLEDI’ 18 DICEMBRE: “AVVENTO GIOVANI” ore 19,30 nella cappellina dell’oratorio di VESTONE: Momento di preghiera (Vespri) per gli adolescenti e giovani;
SABATO 21DICEMBRE: dalle 10,30 alle 11,30 CONFESSIONI presso la chiesa di VESTONE;
Dalla Lettera Pastorale del Vescovo sul Battesimo.
la QUARTA DOMANDA:
COSA SIGNIFICA CHE IL BATTESIMO TOGLIE IL PECCATO ORIGINALE?
3° punto della risposta
Il peccato come questione seria La misteriosa solidarietà
Resta da aggiungere una considerazione importante. È sempre l’esperienza a presentarci un’evidenza: nessuna persona umana è esente dal male, nessuno può dire onestamente: «Tutto ciò che io ho fatto è solo bene!». Il male è purtroppo parte della vita di tutti noi. Se vogliamo dirlo in altro modo: «Siamo tutti peccatori». Ricordiamo certamente l’episodio raccontato nel vangelo di Giovanni (cfr. Gv8,1-11) della donna adultera presentata a Gesù da quanti hanno già emesso contro di lei una sentenza di condanna. Egli dice loro: «Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei». A queste parole uno dopo l’altro tutti se ne vanno. Almeno l’onestà della verità! Nella sua prima lettera san Giovanni scrive al riguardo: «Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi» (lGv 1,8). Perché dunque tutti facciamo il male? Perché nessuno ne è esente? Perché sin dalla primissima infanzia vi è la tendenza a prendere tutto per sé? L’istinto dei piccoli a portare tutto alla bocca e l’insistenza con cui ripetono «è mio!» non è forse un segnale da decifrare? Nell’incanto della loro innocenza questo ci fa pensare. È solo istinto di sopravvivenza? Non è forse questo l’aspetto meno nobile dell’infanzia, che porta a dire ad un adulto: «Non fare il bambino!». Non c’è qui un’allusione a quel tarlo della vita che è l’egoismo in tutte le sue varie forme? E non va forse cercata qui l’essenza del peccato da tutti condivisa? Emerge allora una misteriosa complicità. Come se nel comportamento di ciascuno trovasse conferma qualcosa che ci accomuna da sempre e che sempre ci accomunerà. San Paolo parla a questo riguardo di una misteriosa comunione originaria, che unisce tutti gli uomini in Adamo e che si riconosce a partire dalla solidarietà che tutti ora hanno nel Cristo redentore. Così scrive ai Corinti: «Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita» (1Cor 15,22).
Ma se uno solo ha salvato tutti, vuoi dire che questi tutti sono uno in lui. Se possono insieme sperimentare la vita per grazia, significa che insieme hanno anche sperimentato la morte. C’è dunque una originaria comunione tra tutti gli uomini. L’umanità che si presenta come un insieme di individualità nel tempo e nello spazio, nella sua origine in Dio è unità sostanziale, comunione che non esclude le differenze. Alla luce del Nuovo Testamento si potrà affermare che si tratta di una comunione di persone che rinvia al grande mistero della Trinità di Dio: unità nella differenza, comunione d’amore. Lo stesso Libro della Genesi muove in questa direzione quando parla della creazione di Dio e del suo vertice raggiunto nella creazione dell’uomo. Adam significa, infatti, l’uomo nella sua realtà originaria, l’uomo che nella sua essenza è uno. Non è il nome del primo uomo, il primo di una serie. È un termine che ha un senso inclusivo e allude a una figura solidale, a una personalità che potremmo definire corporativa, nella quale tutti gli uomini di tutti i tempi si riconoscono e che troverà il suo corrispondente positivo nel Cristo redentore universale.
In una simile prospettiva dobbiamo leggere il testo fondamentale che troviamo nella lettera ai Romani. Scrive san Paolo: «Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… [ … ] Come per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita» (Rm 5,12.18). Il peccato dell’adam non può essere ricondotto semplicemente alla colpa del primo degli uomini, secondo l’ordine cronologico. È piuttosto l’attivarsi del processo oscuro del peccato nell’uomo totale che Dio ha creato e posto davanti a sé. In lui tutti gli uomini sono unificati. Con il loro agire ratificheranno questa colpa originaria, la sveleranno mentre la confermeranno, dandole forma personale. In questo senso quel peccato è originale, perché è insieme paradigmatico e propulsivo. È l’esperienza di tutti perché in qualche modo iscritta nell’identità originaria. Tale esperienza, come raccontato nel terzo capitolo della Genesi, ha queste caratteristiche: è una presa di distanza da Dio e un atto di disobbedienza alla sua volontà, motivato dal sospetto che Dio pensi l’uomo sottomesso e non abbia su di lui un progetto d’amore. Così l’uomo rivendica la sua totale autonomia, si fa dio a se stesso. Avendo fatto del suo Creatore un soggetto inaffidabile e pericoloso, non potrà più sperimentare il suo vero sguardo, in verità amorevole e benevolo. Non si dovrà dimenticare che, secondo Genesi 3, il sospetto nei confronti di Dio è fomentato da un tentatore ed è tutto imperniato su un inganno. Così, con il suo linguaggio semplice ma profondissimo, la Scrittura dice dell’esperienza umana: fin dall’origine l’uomo ha creduto più al sospetto contro Dio che all’amore con cui il Creatore continuava a manifestarsi a favore dell’umanità. E così, sempre, ogni uomo che viene al mondo dentro questa concreta umanità si trova immerso in una storia di uomini che continuano a
condividere questo sospetto e questa diffidenza. Ciascuno di noi, con la propria libertà, si ritrova a ratificare e perpetuare quanto sin dall’origine ha purtroppo caratterizzato la relazione tra l’adam e Dio. Da queste altezze occorre dunque guardare al Battesimo per cogliere con un po’ più di chiarezza il senso di ciò che si intende dire quando si afferma che «con il Battesimo viene tolto il peccato originale». L’esperienza del peccato è di tutti, ci unisce in un’enigmatica complicità, che rimanda all’origine dell’esperienza di ogni uomo. Il peccato è in realtà una oscura forza interiore, non esterna a noi, ma connessa con la nostra stessa libertà, con la nostra libera capacità di decidere.
Come intendere allora l’azione del Battesimo? Esso «toglie il peccato originale» nel senso che attiva nel segreto del cuore un’esperienza di grazia. Nella misura della nostra libera disponibilità, cioè della nostra fede, questa grazia interviene a contrastare il peccato. Siamo liberi, possiamo decidere di fare il male, siamo purtroppo anche inclini a farlo. Il peccato per i battezzati è ancora possibile. E tuttavia non è ineluttabile. Non avrà l’ultima parola. Si potrà contrastano e vincerlo, perché in verità il Cristo lo ha già vinto con la sua morte in croce e la sua risurrezione. Alla complicità in Adamo si è sostituita la solidarietà in Cristo. Il peccato continuerà a farsi sentire nella forma della tentazione, ma con la grazia del Battesimo è ormai posto nei credenti il seme di una vita nuova, che consentirà loro di sottrarsi progressivamente alla tirannia del peccato e di giungere a non peccare più. La testimonianza dei santi ci dice che questo è di fatto accaduto. Sarà un cammino lungo e molte volte bisognerà chiedere perdono al Padre misericordioso per le proprie colpe. In questa prospettiva si comprende bene il senso del Sacramento della Riconciliazione. Resta vero, tuttavia, che per chi si affida allo Spirito santo, il peccato originale cede il posto alla rigenerazione e quindi alla reale possibilità di una vita all’insegna del bene. Lo dice chiaramente san Giovanni nella sua prima lettera: «Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio» (lGv 3,9).