Avvisi dal 10 al 17 NOVEMBRE 2024

DOMENICA 10 NOVEBRE 2024
XXXII Domenica del Tempo Ordinario (1Re 17,10-16; Dal Sal 145(146); Eb 9,24-28; Mc 12,38-44)
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA consegna del Vangelo al gruppo Nazareth
(Intenzioni: def.ti Albertini Raimondo; Irene, Genoveffa, Antonio e Francesco)
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Mario)
------
09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
10.30 AURO Battesimo di Pasotti Cecilia
09.30 MURA S.MESSA consegna del Vangelo al gruppo Nazareth
LUNEDI' 11 NOVEMBRE 2024
San Martino di Tours (m)
09.30 NOZZA Ricovero S.MESSA
20.00 VESTONE S.MESSA con l'operazione Mato Grosso
------
08.30 MALPAGA S.MESSA
MARTEDI'  12 NOVEMBRE 2024
San Giosafat, martire (m)
09.00 NOZZA Cappellina S.MESSA (ORARIO INVERNALE)
------
20.00 BRIALE - S.Carlo S.MESSA
MERCOLEDI'  13 NOVEMBRE 2024
09.00 VESTONE S.MESSA (ORARIO INVERNALE)
(Intenzione offerente)
------
18.00 POSICO - S. Domenico S.MESSA
GIOVEDI'  14 NOVEMBRE 2024
17.00 LAVENONE S.MESSA
------
18.00 ALONE S.MESSA
18.00 AURO S.MESSA
VENERDI'  15 NOVEMBRE 2024 
09.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.to Vico Bacchetti)
------
18.00 CASTO Addolorata S.MESSA
SABATO 16 NOVEMBRE 2024
17.00 LAVENONE S.MESSA
18.00 NOZZA S.MESSA
(Intenzioni: def.to Giori Felice)
19.00 PROMO S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Lino, Adele e Giacomino; Rassega Pietro, Paola e Mariapaola)
21.00 NOZZA Oratorio S.MESSA (Neocatecumenali)
------
18.00 CASTO S.MESSA
19.15 AURO S.MESSA
DOMENICA 17 NOVEBRE 2024
XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Dn 12,1-3; Dal Sal 15(16); Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32)
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
15.30 LAVENONE Ora di Guardia (S.Rosario)
18.00 VESTONE S.MESSA
------
09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
10.30 AURO Battesimo di Pasotti Cecilia (senza la messa)
09.30 MURA S.MESSA

ALTRI APPUNTAMENTI

DOMENICA 10 NOVEMBRE in Oratorio a Vestone: CASTAGNATA.
Lunedì 11 Novembre ore 20.00 Santa Messa in chiesa a Vestone per salutare Carlo e Chiara, famiglia del Mato Grosso che andranno per sei mesi in missione a Perù.
Giovedì 14 Novembre: ore 20.30 “In Ascolto della Parola di Dio” presso la chiesa di Vestone. Anche via radio FM 100.1.

VISITA AI MALATI RICOVERATI

Quanti desiderano ricevere la visita dei sacerdoti sono invitati a contattarli telefonicamente i quali, nel limite del possibile, passeranno a visitarli.


LETTORI PER LE SANTE MESSE FESTIVE

Quanti desiderano offrire questo prezioso servizio alla comunità sono invitati a contattare Andrea (3453943699) presentandogli le proprie disponibilità.



Dalla Lettera Pastorale del Vescovo sul Battesimo.
La SECANDA DOMANDA:
PERCHÉ DOVREI ESSERE FELICE DI ESSERE BATTEZZATO?
Una scelta di libertà
Mi sentirei di dire anzitutto che il Battesimo è una scelta libera, con la quale si accetta di dare alla propria vita una precisa impostazione, che non teme di essere coraggiosamente diversa da quella corrente, convinti che tale impostazione conferirà alla vita il suo pieno compimento. Potremmo dire che il Battesimo è una scelta libera per una vita libera. Sappiamo che agli inizi dell’era cristiana ricevevano il Battesimo le persone adulte e ancora oggi accade che ci siano adulti che chiedano di essere battezzati. In questo caso è assolutamente evidente che viene presupposta una scelta personale. Lo stesso vale, tuttavia, anche nel caso in cui a ricevere il Battesimo sia un bambino nei primi mesi della sua vita, quando è ovviamente assente ogni capacità di comprensione. La scelta in questo caso – come diremo meglio – chiama in causa i suoi genitori. Il senso tuttavia non cambia: il Battesimo ci appare come una libera scelta, con la quale ci si apre a una potenza di grazia che introduce in una vera esperienza di libertà, che ci accompagnerà nel corso della vita.
Il rapporto tra il momento in cui si celebra il Battesimo e l’intera vita che ne segue merita di essere sottolineato. Il Battesimo infatti, non è semplicemente una cerimonia suggestiva e neppure un avvenimento passato che volentieri si ricorderà. È invece un evento fondativo, che ha valore perenne. Con il Battesimo, infatti, Dio apre nell’esistenza di ciascuno che lo riceve una via di salvezza. Il Battesimo è perciò un momento sorgivo, in forza del quale – direbbe san Paolo – siamo chiamati a crescere «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13), dando piena verità a noi stessi. In forza del Battesimo, la nostra esistenza nel tempo potrà trasformarsi in un sacrifico di lode gradito a Dio (cfr. Sal 50,14.23), nel vero culto spirituale che Dio si aspetta da noi (cfr. Rm 12,1). Sarà una vita benedetta, costantemente animata dall’amore potente del Cristo risorto, che nel Battesimo è stato effuso in noi per mezzo dello Spirito santo. La prima condizione per essere felici del proprio Battesimo è perciò rendersi conto di ciò che è avvenuto, della grazia di Dio che ci ha visitato e che sempre ci custodirà.
Potersi abbandonare con fiducia a una simile azione di salvezza è motivo di profonda consolazione. Il Signore stesso aveva detto agli apostoli, prima della sua passione: «Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me» (Gv 14,1). Chi riceve il Battesimo con fede trova qui il motivo della sua gioia, perché non sarà mai solo nell’affrontare il grande compito dell’esistenza. Il Cristo risorto lo accompagnerà secondo la promessa che lui stesso ha fatto ai suoi discepoli (cfr. Mt 28,20). L’esperienza della grazia battesimale permette di acquisire uno sguardo pacificato sull’intera vita, sul presente e sul futuro e di guadagnare nel tempo una invincibile serenità. Proprio la fiducia che garantisce una simile prospettiva di vita, giustifica – alla fine – la libera scelta di ricevere il Battesimo.
Il bene come forma di vita
Vi è una seconda ragione che ci può portare a ritenerci felici del Battesimo che abbiamo ricevuto. Consiste nel fatto che in forza del Battesimo diventiamo capaci di fare del bene, anzi, di fare il bene e di trasformarlo nella regola della nostra vita. La grazia battesimale ci fa simili a Dio e ci fa condividere ciò che è suo. Che cosa è dunque proprio di Dio? Che cosa gli si addice ed è esclusivamente suo? La bontà è propria di Dio e – per così dire – la veste della sua santità. A un tale che gli chiese: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?», Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo» (Mc 10,17-18). Tutto ciò che è buono in ambito umano viene da lui. L’intero creato apparve buono agli occhi dello stesso Creatore, e ciò perché tutto fu fatto da lui come riflesso della sua natura: «Dio vide che ciò che aveva fatto era cosa buona» (cfr. Gen 1). Il bene – che nella prospettiva biblica è inseparabile dal bello – è la forma originaria della realtà e attinge al mistero stesso di Dio.
Siamo troppo abituati a lasciarci impressionare dal male che ferisce il mondo. Chi racconta ciò che accade tende a mettere in evidenza questo aspetto della realtà. E invece quel che dovrebbe più stupirci è il bene che si compie nel mondo, normalmente nel segreto e con umiltà, senza troppo rumore. Il bene è ciò che non ci si aspetta ma che si spera di vedere; è ciò che allieta il cuore perché ne compie le attese, fa succedere ciò che in coscienza dovrebbe essere, testimonia la verità ultima delle cose. Nel bene c’è qualcosa di indicibile, di trascendente, qualcosa che attrae irresistibilmente. Il bene è il riflesso di un mistero santo, è l’estensione dei cieli sulla terra, è irradiazione nel mondo della gloria di Dio. Dio, infatti, è il Sommo Bene e la sua perenne sorgente. Il bene ha una forza ineguagliabile, è capace di vincere il male in ogni sua forma, trionfa senza fare violenza ed esercita una straordinaria attrazione. Il bene non si dimentica, si imprime nella memoria e dà conforto nei momenti di desolazione. È ciò che si considera assolutamente prezioso. Neppure il male va dimenticato, per non ricadervi, ma un tale ricordo sarà accompagnato dalla pena e dalla vergogna. Ricordare il bene, invece, rende sempre felici.
La Parola di Dio celebra la grandezza del bene e invita i credenti a offrirne testimonianza. Dice il salmista: «Confida in lui ed egli agirà» (Sal 37,5) e ancora: «Sta lontano dal male e fa’ il bene» (Sal 34,15). Nella Lettera ai Romani san Paolo scrive: «Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,11-12). Questa è la vita offerta per grazia nel Battesimo cristiano, una vita la cui forma è quella del bene, resa possibile per la potenza salvifica del Cristo risorto. Alla libertà di ciascun battezzato è affidato il compito di passare dalla potenzialità alla realtà, facendo del bene, preservando la veste regale e presentandosi così al mondo. È quanto viene espresso simbolicamente nella celebrazione liturgica del Battesimo con la consegna di una veste bianca. È grazia del Battesimo la gioia di desiderare il bene e di riuscire a compierlo. Da qui la felicità per averlo ricevuto.