DOMENICA 27 OTTOBRE 2024
XXX Domenica del Tempo Ordinario (Ger 31,7-9; Dal Sal 125(126); Eb 5,1-6; Mc 10,46-52)
Celebriamo la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. Le offerte raccolte vanno a questo scopo
07.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Ferremi Giulia e Alessandro)
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Martinelli Vincenzo - Battista e Mery)
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09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA con Battesimo Eva Freddi
LUNEDI' 28 OTTOBRE 2024
Santi Simone e Giuda, apostoli (f)
09.00 VESTONE S.MESSA
10.00 NOZZA - Ricovero S.MESSA
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08.30 MALPAGA S.MESSA
MARTEDI' 29 OTTOBRE 2024
18.00 NOZZA - Cimitero S.MESSA
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20.00 BRIALE - S.Carlo S.MESSA
MERCOLEDI' 30 OTTOBRE 2024
18.00 MOCENIGO - Carmine S.MESSA
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18.00 POSICO - S. Domenico S.MESSA
GIOVEDI' 31 OTTOBRE 2024
Beata Irene Stafani
18.00 NOZZA S.MESSA
19.00 PROMO S.MESSA
(Intenzioni: don Battista Caironi - Cappa Elisabetta, Bertoli Rosina e fratelli
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18.00 CASTO S.MESSA
19.15 AURO S.MESSA
20.00 AURO Adorazione Eucaristica
VENERDI' 1 NOVEMBRE 2024
TUTTI I SANTI (solennità) (Ap 7,2-4.9-14; Dal Sal 23 (24); 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a)
10.00 VESTONE S.MESSA
15.00 LAVENONE S.MESSA Segue processione verso il cimitero
16.00 PROMO S.MESSA Segue processione verso il cimitero
16.30 NOZZA S.MESSA
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09.30 ALONE S.MESSA segue processione verso il cimitero
14.30 MALPAGA S.MESSA segue processione verso il cimitero
14.30 MURA Pieve S.MESSA segue processione verso il cimitero
16.00 COMERO Oratorio ABCF S.MESSA segue processione verso il cimitero
SABATO 2 NOVEMBRE 2024
FEDELI DEFUNTI
15.30 Cimitero di Presegno S.MESSA
16.30 Cimitero di Lavenone S.MESSA per tutti i defunti della comunità
18.00 NOZZA Cimitero S.MESSA per tutti i defunti della comunità
19.00 PROMO S.MESSA per tutti i defunti della comunità
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18.00 CASTO Cimitero S.MESSA per tutti i defunti della comunità
19.00 COMERO Cimitero S.MESSA per tutti i defunti della comunità
20.00 MURA Cimitero S.MESSA per tutti i defunti della comunità
DOMENICA 3 NOVEBRE 2024
XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Dt 6,2-6; Dal Sal 17(18); Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34)
08.30 NOZZA S.MESSA
10.00 VESTONE S.MESSA
18.00 VESTONE S.MESSA
(Intenzioni: def.ti Antonio e Martina)
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09.30 COMERO - Oratorio ABCF S.MESSA
09.30 MURA S.MESSA
ALTRI APPUNTAMENTI
MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE: Chiesa di VESTONE ore 20,30 – per le SEI parrocchie: Momento penitenziale e possibilità di accostarsi alla confessione per prepararsi a vivere la solennità dei Santi e il ricordo dei defunti.
N.B. TUTTE LE SANTE MESSE DEL 1° NOVEMBRE SARANNO CELEBRATE NELLE RISPETTIVE CHIESE
N.B. Da DOMENICA 3 NOVEMBRE, con l’inizio dell’orario invernale, la Santa Messa festiva a NOZZA viene riportata alle 08,30.
Continuiamo la lettura della Lettera Pastorale del Vescovo sul Battesimo.
Siamo al terzo punto della risposta alla prima domanda: Cosa cambia tra l’essere battezzati e non esserlo?
Quelli che camminano in una vita nuova
Dei primi cristiani non colpiva soltanto il modo di affrontare la morte ma anche il modo di vivere, cioè il loro stile di vita. Apparivano diversi nel loro modo di agire e suscitavano stupore, stima e simpatia. Così il libro degli Atti degli Apostoli descrive la vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno» (At 4,32-34). Comunione di sentimenti, predicazione apostolica, spirito di fraternità, aiuto reciproco anche materiale: ecco ciò che traspariva dalla testimonianza dei primi cristiani. Che nessuno di loro fosse bisognoso, perché ognuno metteva in comune quanto aveva, suscitava nel popolo una forte impressione. Appariva come un atto fuori dal comune, segno di un forte legame e di un affetto sincero.
Non si dovrà dimenticare che una simile generosità era del tutto spontanea, poiché nessuno era tenuto per obbligo a esercitarla (cfr. At 5,4). Si trattava di un’esigenza del cuore, che proveniva dall’aver tutti creduto in Gesù, il Cristo di Dio, morto in croce per amore dell’umanità e divenuto Signore nella potenza della sua risurrezione.
Il Battesimo, ricevuto nel nome di Gesù, aveva aperto ai credenti una nuova strada, una forma di vita mai immaginata prima. Si era compiuto per i discepoli quanto Gesù aveva loro dichiarato: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Una vita luminosa, splendente di bellezza, ricca di opere buone, partecipe della vita stessa di colui che poteva dichiarare con verità: «Finché sono nel mondo sono la luce del mondo» (Gv 9,5). I cristiani si presentavano al mondo con l’umile consapevolezza di essere stati rigenerati dalla grazia. Erano i primi a riconoscere il grande cambiamento avvenuto in loro per la potenza del Cristo risorto. Erano stati interiormente raggiunti da una luce benefica che li aveva trasformati e li spronava a fare dell’intera esistenza un inno di lode a Dio. Per questi figli della luce le tenebre del male erano diventate intollerabili. Nella sua prima lettera san Pietro dice ai suoi fratelli cristiani: Dio «vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1Pt 2,9).
La condotta dei cristiani, con la freschezza e la genuinità della loro fede nel Signore Gesù, appariva in evidente contrasto con i costumi del tempo e più in generale con la visione stessa della vita. La religiosità diffusa nei territori dell’impero romano era sostanzialmente pagana, cioè – nel senso preciso del termine – incapace di conoscere Dio, di farne cogliere la profondità del mistero, la misura della santità e della misericordia. I molti volti delle divinità pagane erano in realtà il riflesso delle passioni umane, anche di quelle meno nobili, e di fatto lasciavano le grandi masse e i loro governanti in balia di se stessi, dei propri istinti, dei propri bisogni, di una brama insaziabile, alimentata da un egoismo sfrenato. La corruzione, l’ingiustizia, il cinismo, il disprezzo della vita, la sete di potere, la violenza indiscriminata erano il retaggio quotidiano di una società che vagava nella triste oscurità dell’idolatria. Per questo san Paolo insiste a più riprese nel ricordare ai suoi fratelli cristiani quanto era avvenuto loro con il Battesimo. Ai Romani scrive: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie» (Rm 13,12-13). E poco prima aveva raccomandato: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2). Santificazione è il nome con il quale viene spesso identificata la via di luce inaugurata dal Vangelo. «Questa infatti è volontà di Dio – scrive san Paolo ai cristiani di Tessalonica -, la vostra santificazione» (iTs 4,3). Con il Battesimo si compie una sorta di separazione, un distacco, una presa di distanza nei confronti del mondo, ferito dal male. Non si tratta, tuttavia, di un rifiuto, tantomeno di una condanna, e neppure di una fuga, come se il mondo fosse da considerare una realtà pericolosa, da abbandonare al suo tragico destino. La presa di distanza avvenuta con il Battesimo è piuttosto la condizione per contribuire attivamente alla redenzione del mondo, al suo riscatto, al suo risanamento. La santità è, dunque, insieme un dono e un compito che si riceve con il Battesimo e che si è chiamati a ratificare con l’intera esistenza. Ad ogni battezzato la Chiesa dice con affetto: «Diventa ciò che sei!».